Cupo imperversa il vento, e cade forte
L’acqua a torrenti sull’ingombra via.
Una fanciulla, dalle guance smorte,
Del verno affronta la bufera ria.
Fuggendo e soffermandosi alle porte
Dei ricchi, chiede un pan con voce pia,
Ma vil risponde a la sua cruda sorte
Del ricco indifferente l’ironia!
Non piange, ma il dolor le solca il viso
Bruttino, palliduccio e dimagrito
Per la fame sofferta e per gli stenti.
Respinta e maledetta, d’improvviso
Si ferma stanca, e il corpo intirizzito
Soccombe al peso degli sfinimenti!
- A mia madre
- Dal Taccuino
- Misera
- Quante volte, lo rammenti
- Myosotis
- Da un albo
- Fantasmagoria
- Fiore d’Està
- Sull’ali rapide
- Notte
- Stanco
- A un ruscello
- Tu, degno figlio d’alemanna terra
- Sai fanciulla, la vita del fior
- Nella Pasqua
- Sul fiume
- Ironia
- Chantant
- Ricordo
- Sulle rive di Licata
- Certa gente
- A una fanciulla
- Presso il mare
- Partendo
- M’inspirar nuovi sogni i vostri accenti
- Piccola morta
- A un amico
- Desiderio
- Sogno
- All’amico lontano
- A giovinetto suicida
- Ad Aci

Fiori sparsi
Liriche
Catania, 1894,
Niccolò Giannotta Editore
A
S. A. R.
Guy di Lusignano
Principe di Cipro
Gerusalemme ed Armenia
cuore gentile letterato insigne
queste povere pagine
in segno di riverente ammirazione
offro.
