Spesso ti dico che mi sento stanco
Di questa vita e che vorrei morire.
Ma tu il mio spirto di coraggio manco,
Sproni a la vita e infondi in me l’ardire.
Dolce madre, finché mi resti al fianco,
Torna la mia speranza a rifiorire:
Dalle tue braccia volerò più franco
Nella lotta fatal dell’avvenire!
Ma quando in questa valle di dolore
Mi lascerai solingo, o madre mia,
Privo di guida e povero d’amore,
De’ procellosi eventi a la balìa,
Ramingo e sconsolato vïatore,
Affranto caderò nell’aspra via.
- A mia madre
- Dal Taccuino
- Misera
- Quante volte, lo rammenti
- Myosotis
- Da un albo
- Fantasmagoria
- Fiore d’Està
- Sull’ali rapide
- Notte
- Stanco
- A un ruscello
- Tu, degno figlio d’alemanna terra
- Sai fanciulla, la vita del fior
- Nella Pasqua
- Sul fiume
- Ironia
- Chantant
- Ricordo
- Sulle rive di Licata
- Certa gente
- A una fanciulla
- Presso il mare
- Partendo
- M’inspirar nuovi sogni i vostri accenti
- Piccola morta
- A un amico
- Desiderio
- Sogno
- All’amico lontano
- A giovinetto suicida
- Ad Aci

Fiori sparsi
Liriche
Catania, 1894,
Niccolò Giannotta Editore
A
S. A. R.
Guy di Lusignano
Principe di Cipro
Gerusalemme ed Armenia
cuore gentile letterato insigne
queste povere pagine
in segno di riverente ammirazione
offro.
