A mia madre


Spesso ti dico che mi sento stanco
Di questa vita e che vorrei morire.
Ma tu il mio spirto di coraggio manco,
Sproni a la vita e infondi in me l’ardire.

Dolce madre, finché mi resti al fianco,
Torna la mia speranza a rifiorire:
Dalle tue braccia volerò più franco
Nella lotta fatal dell’avvenire!

Ma quando in questa valle di dolore
Mi lascerai solingo, o madre mia,
Privo di guida e povero d’amore,

De’ procellosi eventi a la balìa,
Ramingo e sconsolato vïatore,
Affranto caderò nell’aspra via.

Liriche
Catania, 1894,
Niccolò Giannotta Editore

A
S. A. R.
Guy di Lusignano
Principe di Cipro
Gerusalemme ed Armenia
cuore gentile letterato insigne
queste povere pagine
in segno di riverente ammirazione
offro.

Vincenzo Marano Attanasio